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Re Thinking Learning: dall’Homo Faber all’Homo Sapiens – Sintesi della 2^a giornata del XXXIII Convegno Nazionale AIF

 

IL LAVORATORE DEL FUTURO: QUALI SONO LE CARATTERISTICHE?

I lavori della seconda giornata del XXXIII Convegno nazionale AIF sono stati aperti dal vice presidente Paolo Viel, che ha introdotto la lectio del filosofo Maurizio Ferraris, direttore scientifico del Convegno, dal titolo “Discipline umanistiche e discipline tecniche: complementarietà”.

L’intervento è stato centrato sulle competenze che il lavoratore dovrà assumere per affrontare il passaggio da Homo Faber a Homo Sapiens.

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Il lavoro del presente vive un profondo cambiamento sorto dalla spaccatura tra lavoro esplicito e lavoro implicito. Cosa si intende con questi due termini?
Il lavoro esplicito è rappresentato dalla disciplina, la forza fisica, la specializzazione delle mansioni: tutte competenze assunte oggi dalle macchine.

L’implicito è il lavoro che gli esseri umani compiono interagendo con le piattaforme digitali: attività che viene svolta gratuitamente e che genera un enorme capitale di cui gli esseri umani sono inconsapevoli.

È importante avviare un processo di riconoscimento di produzione del valore da parte degli umani grazie al lavoro implicito che compiono involontariamente nel web.

Secondo Maurizio Ferraris, sono cinque i passaggi chiave di questo processo.

  1. Riconoscimento: gli utenti sul web producono valore per cui non vengono retribuiti.
  2. Misurazione: saper misurare il valore di quanto prodotto dagli utenti sul web è importante per tassare in modo equo le piattaforme.
  3. Tassazione: con la tassazione equa delle piattaforme, il Sistema ha a disposizione risorse da investire in modo efficace.
  4. Ridistribuzione: ripartire il capitale in risorse da ritornare all’umanità sotto forma di attività come lavoro e formazione.
  5. Formazione: è fondamentale investire negli esseri umani.

“Nel lavoro del futuro a contare sarà l’uomo, il suo “essere” umano. È bene che sia il migliore possibile e diventa tale solo se si investe su di lui con attività di formazione”.

ARTE E TECNICA: UN CONNUBIO POSSIBILE COME PER LA SCIENZA E L’UMANESIMO?

La discussione tra il filosofo Maurizio Ferraris e l’artista Ugo Nespolo è stata introdotta dal vice presidente AIF Paolo Viel. Il tema dibattuto è stato: “Arte, tecnica, belle arti sono parole chiave che abbiamo più volte ritrovato nel corso del convegno. Durante il primo intervento di Maurizio Ferraris si è parlato molto di creatività, oltre che di arte”.

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Arte e tecnica: un connubio possibile?

Secondo Maurizio Ferraris: “L’arte ha una componente tecnica molto importante. Le macchine oggi possono far arte. C’è solo una cosa che non possono fare: godere delle opere d’arte”.
E un artista invece? Si può definire tale se non è in grado di comprendere o di apprezzare ciò che sta creando?

Secondo Ugo Nespolo: “L’arte è un fatto razionale. È su questo che si basa la creatività: il ragionamento”. Come la scienza e l’umanesimo, anche l’arte e la tecnica sono complementari.

“La verità oggi è che l’arte non si identifica con la tecnica, almeno non più. Si identifica con il valore: ciò che costa vale. Se costa tanto e ci sono acquirenti disposti a comprare un’opera, quella è arte.

L’arte oggi è una fiction, un gioco di finzione”. Un optional sociale, così l’ha definita Ugo Nespolo per il quale invece “Bisogna ridefinire l’arte e riportarla ad avere un rapporto col sociale, altrimenti non ha senso”.

NUOVE CAPACITÀ DI CONFORTO E DI NARRAZIONE PER I FORMATORI

L’ultimo intervento della seconda giornata del convegno è stato condotto da Andrea Fontana, tra i massimi esperti di sociologia della comunicazione del panorama italiano.

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Fontana ha posto l’attenzione su tre parole chiave: transizione, finzione e occupazione.

  • Transizione, intesa come passaggio di stato che implica una sofferenza di cui prendersi cura.

Una trasformazione che Andrea Fontana definisce:

    1. Imprevedibile;
    2. Irreversibile;
    3. Incidente, in quanto genera ferite da curare anche attraverso il conforto;
    4. Inspiegabile, tale per cui si richiede una risposta appellandosi anche alle discipline scientifiche e umanistiche.
  • Finzione, intesa come mondo finzionale che richiede in noi la capacità di narrare, di creare un senso all’interno di ambienti che continuano a mutare in modo radicale. “Oggi viviamo in un continuum costante dove i contenuti hanno la forma di narrative on life. È necessario sviluppare la fiction ability, la capacità di gestire le micro e macro narrazioni in cui siamo immersi”.

  • Occupazione, intesa come capacità di occupare nuovi spazi di vita.

Le transizioni generano apocalissi culturali che si possono affrontare con:

  • paranoia aggressiva;
  • ardimentosa speranza, imparando ad esplorare nuovi mondi e a saperli occupare in modo innovativo.

Andrea Fontana ha concluso il suo intervento definendosi un discepolo del possibile: “Porto con me un’ardimentosa speranza di saper occupare nuovi spazi, di aiutare gli altri a farlo nelle loro vite, nelle loro relazioni e identità e di imparare a narrare e raccontare questi nuovi spazi”.

 


Giulia Simeone

Giulia Simeone – Content editor, social media manager. Socia AIF delegazione Lazio

E-mail: smn.giulia@gmail.com

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