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Learning e gaming

 

Il contenuto di questo articolo [1]N.B. le illustrazioni sono ad opera dell’autore è stato oggetto del webinar “Il gioco delle tre skill: una proposta per l’orientamento degli studenti” del 14 dicembre 2021 tenuto da Aldo Reggiani, socio AIF, organizzato   da Vivaldo Moscatelli, consigliere nazionale e responsabile AIF Scuola. Durante il webinar sono stati illustrati gli strumenti didattici del “Metodo Life Choices”, dell’”imparare giocando”, concepito con lo scopo di raggiungere dei risultati in poco tempo sia per imprese che per studenti.

L’articolo riprende in forma testuale lo spirito ludico e coinvolgente del metodo illustrato.

Questo articolo è composto da 14 paragrafi. Lo si può leggere dal basso o dall’alto, zoomando con il mouse. Partendo dal basso si comprende il problema e le sue dimensioni, partendo dall’alto si scopre la soluzione. Provate a leggerlo prima dall’alto e poi dal basso.

In Italia abbiamo un problema paradossale e ingarbugliato, un wicked problem, come dicono gli inglesi:

  • il 40% delle imprese non trova le skill di cui ha bisogno [2]Le fonti dei dati sono il sistema Excelsior di Unioncamere e i dati OCSE.
  • l’80% delle imprese non sa di quali skill avrebbe veramente bisogno
  • il 45% dei giovani over 25 non trova lavoro

Perché i giovani non trovano lavoro? Quali sono le skill più importanti nel mondo del lavoro? Cosa dovrebbe fare la scuola? Cosa dovrebbero fare i Centri per l’Impiego?

Il 90% del lavoro lo creano le microimprese [3]Dato empirico riscontrato nelle imprese in cui ho lavorato come dirigente o come consulente (100 imprese in 10 paesi) e in quelle (oltre 2.000 pmi) che ho gestito nei numerosi Europartenariati di cui … Continue reading, quelle con meno di 20 addetti, che però, se possono, evitano di assumere personale perché:

  • il titolare lavora come una bestia e pretende che i suoi collaboratori facciano altrettanto
  • utilizzano molto l’outsourcing, cioè danno all’esterno lavori che potrebbero essere fatti in casa
  • fanno solo ciò che possono fare con le persone di cui dispongono invece di fare quello che il mercato richiede, dotandosi delle risorse umane adatte

Se tutti lavorano come bestie l’efficienza è bassa: ad esempio 10 persone che lavorano ai ritmi di una tipica microimpresa italiana costano quanto 13 persone che lavorano ai ritmi di una tipica impresa olandese. La microimpresa italiana, lavorando meglio, potrebbe contemporaneamente far crescere il benessere e gli utili, ed aumentare del 30% il numero di addetti e le proprie skill. Quindi nelle microimprese il lavoro c’è, anche se è nascosto.

Le skill, come tutto l’universo che ci circonda, sono di tre tipi: solide, liquide e gassose. Le skill solide (riparare un computer, gestire un magazzino, montare un traliccio, etc.) si imparano in azienda; le skill gassose (temperanza, collaborazione, resilienza, puntualità, etc) si imparano in famiglia; le skill liquide, come tutti i liquidi, prendono la forma del recipiente (azienda) in cui le metti. Sono preziose: le aziende le cercano e non le trovano. Sono fondamentalmente tre: il problem solving, la creatività applicata e l’arte della vendita.

Chi dispone di una di queste skill non teme la concorrenza dei robot o dei sarchiaponi dotati di intelligenza artificiale, perché per la vendita ci vuole l’empatia, per il problem solving ci vuole la capacità critica e il lavoro di gruppo, e per la creatività ci vuole la poesia e l’immaginazione. Si tratta peraltro di skill facili da apprendere, se chi le insegna le conosce davvero e chi le vuole imparare ha una vocazione.

Due sono gli ingredienti indispensabili per acquisire le importanti skill liquide che servono nel mondo del lavoro:

  • una predisposizione a capire i feeling
  • la matematica.

I feeling sono energia e gli ingegneri possono essere molto utili per gestirli. Ma in un mondo che cambia così frequentemente e così rapidamente bisogna studiare quello che NON cambia: l’arte, la poesia, la filosofia, il latino, la musica e, prima inter pares, la matematica.

L’importante è scoprire la propria skill preferita, cioè la propria vocazione, parola che in tedesco si traduce con beruf che significa anche professione.

Prima si scopre la propria vocazione e meglio è, perché, come ha scritto mirabilmente Primo Levi nel suo capolavoro sul lavoro La chiave a stella, ” L’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti conoscono.”

Spesso si scopre la propria vocazione lavorativa facendo delle scelte, scelte di vita, a volte giuste a volte sbagliate, perché… sbagliando si impara.

Si può imparare dai propri errori, ma è preferibile e più economico imparare giocando. E’ ormai ampiamente dimostrato che il gioco facilita l’apprendimento e genera un cambiamento. Inoltre, facendo delle scelte con strumenti di gaming non si rischia nulla.

Spesso si impara da soli se c’è la motivazione e si dispone di giusti strumenti, come le moderne piattaforme di learning e di gaming. Queste piattaforme funzionano molto bene se ad animarle ci sono delle nuove figure di formatori come i formattori e i formatupper.

I formattori mettono in scena delle situazioni simulate di lavoro in cui l’allievo assume un ruolo, sperimenta in ambiente protetto quello che gli può capitare nel mondo reale, impara interagendo con un attore e non con delle slides.

I formatupper sono dei formatori imprenditori startupper. Questi nuovi formatori sono in grado di insegnare l’arte della vendita, la creatività applicata e il problem solving, attraverso la propria esperienza pratica. Parlano per esperienza.

Le aziende che si dotano di piattaforme di learning e di gaming ottengono vantaggi multipli: risparmi, possibilità di formare clienti e fornitori, vantaggi per gli stakeholder, etc.

Come quando si acquista un impianto fotovoltaico, l’utente genera la propria energia e con il surplus finanzia l’intero impianto, così una azienda che si dota di una piattaforma di learning può prodursi la propria formazione, coinvolgendo i propri manager, il cui compito più importante è quello di formare i collaboratori. Oggi si possono installare in azienda delle academy, piattaforme di learning e gaming, assimilabili ad un impianto forma-voltaico.

Le piattaforme di learning e gaming sono strumenti molto efficaci per chi cerca lavoro e per chi crea lavoro, utili per imparare le skill di cui c’è veramente bisogno nelle imprese e per scoprire la propria strada. 

I giovani amano i videogames, il che in sé non è un fatto negativo, ma se vogliono trovare lavoro, indipendentemente dalla loro vocazione, dovrebbero dare molta importanza alla matematica.

Ed ora che siete arrivati alla conclusione dell’articolo, potete provare a leggerlo partendo dal fondo…

Aldo Reggiani

Ingegnere umanista, esperto di vendita emozionale e problem solving, ha lavorato come manager di mutinazionali in 10 paesi, produttore cinematografico di film di matematica e autore del librogame  Life Choices, un libro a bivi per chi crea lavoro e per chi cerca lavoro.

E-mail: aldo.reggiani@spettacolidimatematica.it

Riferimenti

Riferimenti
1 N.B. le illustrazioni sono ad opera dell’autore
2 Le fonti dei dati sono il sistema Excelsior di Unioncamere e i dati OCSE.
3 Dato empirico riscontrato nelle imprese in cui ho lavorato come dirigente o come consulente (100 imprese in 10 paesi) e in quelle (oltre 2.000 pmi) che ho gestito nei numerosi Europartenariati di cui sono stato Project Manager (in Italia, Singapore, Egitto, India) per l’Unione Europea.

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