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La Politica di Coesione europea 2021 – 2027 per l’Italia

 

Con due anni di ritardo, in queste settimane sta partendo la Programmazione Europea 2021 – 2027 a causa sia dei tempi di negoziato tra il livello comunitario, statale e regionale come previsto dalla gestione concorrente delle risorse, sia per l’impatto della pandemia e dell’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Questi mesi vedono una grande sovrapposizione di attività: la chiusura del Periodo 2014 – 2020 entro Dicembre 2023 con rilevanti risorse ancora da erogare; le ingenti somme del PNRR da “mettere a terra” in termini concreti ed operativi; la partenza effettiva della Programmazione 2021 – 2027, che si concluderà a Dicembre 2029.

La nuova programmazione ha una dotazione di risorse per l’Italia pari a 75,3 miliardi di Euro, incluso il cofinanziamento nazionale, ripartite tra i Programmi Regionali (ex POR) per 48,5 miliardi di Euro; i dieci Programmi Nazionali (ex PON) per 25,6 miliardi di Euro; la Cooperazione Territoriale Europea (CTE) per 1,2 miliardi di Euro.

La Politica di Coesione europea si basa su una serie di principi chiave: a) concentrazione delle risorse sulle regioni meno sviluppate; b) programmazione attraverso strategie pluriennali; c) partenariato con i governi regionali (o di livello equivalente); d) coinvolgimento delle istituzioni pubbliche e del partenariato economico-sociale; e) principio di addizionalità delle risorse per garantire che la dotazione europea non sostituisca gli stanziamenti nazionali ordinari (principio sospeso per il Periodo 2021 – 2027).

Ma la “Brexit” ha messo in evidenza una serie di limiti connessi alla dinamica dell’integrazione europea degli ultimi decenni, facendo emergere il progressivo impoverimento (e malessere) della classe media a seguito delle rigide politiche neoliberiste adottate in Europa (si pensi ai Parametri di Maastricht), e spingendo (almeno in parte) l’Unione a ripensare le modalità con le quali interagisce con i cittadini europei, incluso il varo del nuovo Obiettivo della Politica di Coesione 2021 – 2027 denominato “un’Europa più vicina ai cittadini”.

In termini operativi, una novità importante della Programmazione 2021 – 2027 riguarda il “riesame intermedio”; gli stanziamenti corrispondenti al Periodo 2021 – 2025 sono destinati alle Priorità (Assi Prioritari) dei Programmi approvati; ma l’“importo di flessibilità” per gli ultimi due anni, 2026 e 2027, verranno assegnati soltanto a seguito di un approfondito riesame intermedio, che porterà ad una riprogrammazione delle risorse entro il 31 Marzo 2025.

I programmi ed i progetti della coesione sono sostenuti dai Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE) per soddisfare le priorità politiche in settori chiave: infrastrutture fisiche e digitali, sviluppo delle imprese, ricerca ed innovazione, occupazione e formazione, riduzione della povertà, sostenibilità ambientale, riduzione delle emissioni di carbonio.

La portata degli interventi a livello regionale e locale è importante: durante la Programmazione 2014 – 2020, la Politica di Coesione ha finanziato 392 Programmi Operativi (PO) in tutta Europa, per circa un milione e mezzo di progetti, gestiti da circa mezzo milione di beneficiari (dati ufficiali dalla piattaforma “Kohesio” della Commissione Europea).

L’ottava Relazione sulla Coesione della Commissione Europea chiarisce la portata delle sfide future; da un lato, ci sono stati positivi progressi nella convergenza delle regioni meno sviluppate verso la media dell’Unione Europea, portando ad una diminuzione complessiva del numero di regioni a reddito medio e basso.

Dall’altro lato, le disparità regionali nei principali indicatori del mercato del lavoro sono ancora più marcate rispetto al periodo precedente al 2008, indicando il persistere degli effetti delle crisi finanziarie ed economiche degli anni 2008 – 2011 (già prima della crisi socio-economica innescata dalla pandemia).

L’Unione Europea spinge per accelerare la transizione verde per contribuire a gestire i cambiamenti climatici e la trasformazione digitale, che hanno entrambe impatti sociali e territoriali importanti; ma il problema serio è come garantire che la ripresa e le transizioni siano giuste ed eque, riconoscendo il crescente malcontento popolare nelle aree lasciate indietro e mettendo in campo azioni adeguate sia nella sostanza che rispetto ai tempi di realizzazione.

L’analisi contenuta nella Relazione sulla Coesione implica che la politica deve mantenere un’attenzione strategica a lungo termine verso la convergenza e la riduzione delle disparità territoriali, ricordando che si tratta di una politica regionale dell’Unione Europea; ma bisogna riconoscere che la concentrazione sulle regioni meno sviluppate è andata diminuendo nel tempo.

Permane un problema di base che è rappresentato dalla differente capacità amministrativa nella gestione delle risorse europee che varia notevolmente all’interno dell’Unione, riflettendo le differenze nella qualità della governance all’interno e tra gli Stati membri; nonché nell’attitudine a fronteggiare la complessità procedurale dei meccanismi di implementazione dei finanziamenti della coesione; ovviamente questi differenti livelli di capacità influenzano il grado con il quale le autorità nazionali e regionali sono in grado di assorbire le risorse europee e dell’impatto che queste riescono a produrre.

Per chi voglia approfondire i meccanismi di funzionamento, di candidatura e di gestione delle importanti risorse della nuova programmazione per l’Italia mi permetto di rinviare al mio libro: “Guida alla Programmazione Europea 2021 – 2027”, Pacini Editore, Pisa 2022.

 

Vito Vacca

Formatore ed esperto con 30 anni di esperienza professionale; Team Leader e Key Expert in programmi europei di Assistenza Tecnica. In Italia ha svolto attività professionale per Formez PA, Sviluppo Italia, Europrogetti e Finanza, per il Ministero dell’Economia. Già Vice Presidente dell’Associazione Italiana Formatori (AIF), ha collaborato con università e business school; scrive e pubblica per diverse testate ed editori; esperto in programmi televisivi di RAI 1 e RAI 3.

E-mail: vito.vacca@studio-vacca.it

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