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Sostenere le biblioteche e la promozione della lettura attraverso il  fundraising: il ruolo della formazione e dei formatori

“L’uomo, dopo aver scritto su pietra, fango, legno e metallo, vedeva il linguaggio prendere casa nella materia viva. Il primo libro nacque quando le parole trovarono rifugio nel midollo di una pianta acquatica. E’ in quel modo il libro divenne subito un oggetto flessibile, leggero, pronto a viaggiare e a vivere avventure.”

Irene Vallejo, PAPYRUS, Bompiani

 

Si è svolta a Trapani, dal 12 al 13 maggio, l’edizione 2023 degli Stati generali dei Patti per la lettura [1]https://cepell.it/patti-per.la-lettura/, un’occasione per promuovere a livello nazionale il dibattito sulla programmazione delle politiche pubbliche di promozione della lettura e per diffondere esperienze e buone pratiche a sostegno della cultura. Ne abbiamo approfittato per intervistare Massimo Coen Cagli che ha aperto i lavori della seconda giornata, dedicata alle biblioteche, alla loro sostenibilità e alle inevitabili trasformazioni che coinvolgono questi luoghi che, da templi del sapere, diventano sempre più luoghi di integrazione, interazione, socializzazione, crescita culturale delle persone e delle comunità.

I nostri lettori non hanno certo bisogno di lezioni sull’importanza del libro e della lettura, nelle variegate forme che si sono succedute nel corso dei millenni. L’obiettivo di questo articolo è quello di stimolare un maggior coinvolgimento nella conoscenza e nell’utilizzo di strumenti innovativi per promuovere e tutelare l’arte e la cultura.

Domanda: Buongiorno dott. Coen Cagli, puntiamo dritto all’argomento: cos’è il fundraising?

Risposta: Bene, rispondiamo in maniera altrettanto diretta: il fundraising è, per definizione, un’attività strategica di reperimento di risorse finanziarie, volta a garantire la sostenibilità nel tempo di una causa sociale e dell’organizzazione che la persegue. Ma è anche uno strumento concreto per produrre valore aggiunto per i beneficiari, i sostenitori e la comunità, affermando la propria “identità” sociale verso una molteplicità di interlocutori. Da questo punto di vista il fundraising guarda ai donatori non come un soggetto “terzo” ma come un attivo e responsabile cittadino che si attiva, insieme ad una organizzazione, per il bene comune e l’interesse generale.

Domanda: Quali sono gli ambiti di applicazione del fundraising?

Risposta: Gli ambiti sono variegati. Il fundraising si rivolge ai singoli individui, attraverso il versamento di quote per servizi o associative, o mediante donazioni. Ma anche alle aziende, con le sponsorizzazioni in denaro o in beni e servizi, o mediante donazioni o investimenti sociali quali partnership, compartecipazione, joint venture. Si applica alle fondazioni attraverso Grant (assegnazioni, contributi, borse di studio…), contributi liberi, finanziamento di progetti, investimenti sociali. Non si occupa di fondi pubblici, dagli enti locali alle regioni, dallo stato, ai ministeri, dall’Unione Europea ad altri enti internazionali, che però sono comunque fondamentali per garantire la sostenibilità di una organizzazione. Anzi occorre chiarire che il fundraising non deve sostituire i fondi pubblici: l’investimento pubblico in cultura è un dovere dello Stato.

Domanda: Perché è importante il fundraising a sostegno delle biblioteche?

Risposta: Per diversi motivi, proviamo ad elencarne alcuni: per non dipendere solo da fondi istituzionali pubblici e garantirsi, quindi, autonomia e continuità nel tempo; per creare consenso concreto attorno alle politiche di promozione della lettura; per coinvolgere le comunità con un ruolo attivo; per fare quel “di più” che la comunità chiede alle biblioteche e che non è possibile realizzare con i propri fondi pubblici; per rendere la lettura una causa sociale importante per la società. In buona sostanza, il fundraising è lo strumento economico del principio costituzionale della sussidiarietà e il modo per generare economia per finalità di interesse sociale.

Domanda: Quali sono, a suo avviso, i principali ostacoli nel promuovere il fundraising?

Risposta: Le resistenze sono soprattutto culturali: non siamo abituati a praticare raccolte fondi come invece succede normalmente in altri paesi, come ad esempio in quelli di cultura anglosassone. Nel nostro paese molti pensano che non sia giusto che i cittadini sostengano economicamente qualcosa che dovrebbe fare la pubblica amministrazione. Si pensa che la gente non sia sensibile sul tema e quindi poco disposta a contribuire. Spesso non si dà importanza al tema delle risorse economiche quando si progettano le proprie attività, quasi fosse una perdita di tempo. O magari non si utilizza questo strumento perché non c’è nessuno che se ne occupa o non si hanno le competenze o ci dà fastidio chiedere soldi… Tuttavia sono tutti ostacoli superabili con la pratica e soprattutto con la passione per la causa delle biblioteche, passione che molti operatori nutrono davvero.

Domanda: Quanto è importante il ruolo del fundraising nel sostegno alle biblioteche ed alla lettura?

Risposta: A mio avviso è importante e necessario: attorno alla promozione della lettura c’è una grande attenzione e una voglia di attivarsi da parte dei genitori, delle associazioni culturali, delle stesse biblioteche e dei loro frequentatori, dei professionisti di varie discipline, di quella che possiamo sinteticamente definire “cittadinanza attiva”. C’è un potenziale esercito pronto a fare la propria parte se solo glielo chiedessimo. Avere sostenitori volontari, inoltre, carica il nostro impegno di consenso sociale e quindi di maggiore potere contrattuale verso gli interlocutori. Per esperienza posso affermare che tutte le volte che abbiamo accompagnato le biblioteche e le reti di lettura, attraverso il CEPELL, (Centro Per il Libro e la Lettura), a fare fundraising, quasi sempre è stato un successo.

Domanda: Quanto conta la formazione in questo ambito?

Risposta: Il ruolo della formazione è fondamentale. Il CEPELL e il MIC (Ministero della Cultura), in passato, hanno realizzato specifici corsi di formazione sul fundraising rivolti alle biblioteche e programmi di accompagnamento all’avviamento del fundraising. Pensi che tali programmi (Progetto Biblioraising) hanno dimostrato che, per ogni euro investito in formazione, si sono prodotti almeno 8,5 euro di raccolta fondi. Oggi con i Fondi regionali si possono finanziare corsi sul fundraising rivolti agli operatori delle biblioteche. Noi stessi abbiamo organizzato corsi specialistici in Toscana, Friuli, Valle d’Aosta, Campania, Umbria, rivolti alle reti “Nati per leggere”. Anche l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) o la rete Biblioteche–Archivi-Musei (BAM) e i Sistemi bibliotecari possono impiegare fondi per realizzare corsi sul fundraising, come è stato fatto in Lombardia, Piemonte, Marche, Veneto, Toscana, Umbria, Puglia, con l’obiettivo di disporre di operatori competenti nell’avvio ed utilizzo di questo strumento. Peraltro, occorre tenere conto che il fundraiser è una professione sempre più richiesta e che cresce in modo sensibile anche in Italia e quindi fare più formazione al fundraising significa, in prospettiva,  rispondere ad una domanda del mercato del lavoro.

Domanda: Vogliamo concludere lanciando una sfida ai formatori italiani per praticare il fundraising e sostenere concretamente le biblioteche, la lettura la cultura?

Risposta: Più che una sfida vorrei lanciare un invito, o meglio un vero e proprio appello ad approfondire il tema del fundraising, ma anche a praticarlo concretamente attraverso ad esempio l’ART BONUS [2]www.artbunus.gov.it che è uno straordinario strumento di fundraising disciplinato dalla legge [3]Art. 1, comma 1, del D.L. n. 83/2014 e smi, convertito con modifiche in L. n. 106/2014. E’ un credito di imposta pari al 65% dell’importo donato a sostegno del patrimonio culturale pubblico e dello spettacolo che si applica solo alle erogazioni liberali in denaro. Molte biblioteche pensano che sia applicabile solo a grandi istituzioni o solo per interventi di restauro, invece  è uno strumento che serve a finanziare anche le attività correnti di qualunque istituzioni culturale. Ovviamente, la vera sfida è quella di praticare il fundraising non solo semplicemente come donatori, ma come veri e propri attivisti, approfondendone la conoscenza e provando ad applicarlo a sostegno di un’iniziativa dentro la quale trovino spazio le “parole chiave” buttate qui come in un brainstorming: Benefici e Valori, Partecipazione, Identità culturale, Sostenibilità, Motivazioni personali, Reputazione, Senso civico, Missione, Restituzione, Responsabilità sociale d’impresa…

E’ un invito che faccio e che vorrei che fosse raccolto con fiducia ed ottimismo. In Italia più del 40% della popolazione adulta è propensa a sostenere organizzazioni e cause culturali per un importo annuo medio di 84 euro. Molto più che in altri paesi dove il fundraising è una consuetudine acquisita.

Conclusione. Ringraziamo il dottor Coen Cagli per la disponibilità. Gli Stati generali dei Patti per la lettura 2023 sono finiti, ma la missione continua perché, come mi insegnò un amico, “Chi legge esce dal gregge”.

 

 

 

Massimo Coen Cagli

Fondatore e Direttore scientifico della Scuola di fundraising di Roma e direttore del programma Biblioraising (Cepell,2014-2020)

E-mail: m.coencagli@scuolafundraising.it

Antonella Marascia

Già Segretario generale della Città Metropolitana di Palermo, formatrice, autrice di articoli e pubblicazioni

E-mail: antonellamarascia@gmail.com

Autori

Riferimenti

Riferimenti
1 https://cepell.it/patti-per.la-lettura/
2 www.artbunus.gov.it
3 Art. 1, comma 1, del D.L. n. 83/2014 e smi, convertito con modifiche in L. n. 106/2014

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