Antonello Calvaruso ricorda Domenico De Masi
Caro Mimmo,
il fatto che, con il tuo delphi, proiettassi tutto a dieci anni mi aveva dato l’illusione della tua immortalità.
Rimasi stupito quando nel 2016, dopo il convegno ForVision 2026, tu mi dicesti: “ora dobbiamo monitorare cosa accadrà nella formazione in questi dieci anni per rinnovare la ricerca al 2036”.
Non posso vantarmi di essere un tuo allievo o un tuo vecchio collega, tuttavia questi ultimi dieci anni di lavoro insieme sono stati una esperienza irripetibile.
Mi mancheranno le tue telefonate, di solito il sabato mattina, dove esordivi con: “Antonello carissimo, ho pensato che dobbiamo assolutamente fare qualcosa di unico …”. Così sono nate tante iniziative uniche estratte dal tuo cilindro magico. Grande pensatore, ma anche grande attore, grande pigmalione, grande esteta.
Mancheranno a tutti i ricercatori di S3.Studium le tue incursioni durante le riunioni di preparazione dei lavori quando, col il garbo e il sorriso che ti hanno caratterizzato, entravi nei minimi dettagli del carattere tipografico utilizzato per il post, della foto del relatore, dei margini utilizzati, del colore dello sfondo. Tutto per te doveva essere esteticamente perfetto, perché quella perfezione pretesa della preparazione non era altro che una garanzia dell’alta qualità della realizzazione.
L’ultimo momento trascorso insieme è stato a Ravello, meno di due mesi fa. Dopo pranzo ci fermammo a chiacchierare all’ombra di un albero di Villa Rufolo e facemmo la conta dei libri che dovevamo ancora leggere. Calcolammo che, stimando una media di cinquanta libri all’anno, non avremmo potuti leggerne più di un migliaio. Spero che dove sei ora abbia la possibilità di leggerne anche di più.
Hai organizzato il tuo ultimo colpo di scena. Però questo è stato di cattivo gusto!
Mi mancherai tanto amico mio.
Antonello