
Una esplorazione serendipica dei podcast con Domenico De Masi
Domenico De Masi è stato un’assidua presenza nei media, podcast e radio compresi; così, al momento di ricordarlo, siamo andati a dare un’occhiata alle sue tracce e ci siamo resi conto che avremmo potuto fare qualcosa che gli sarebbe piaciuto, forse divertito e incuriosito. Siamo andati a vedere, anzi ascoltare, dove l’avessero coinvolto, con quale spirito e in quali contesti il suo parere, e molto spesso la sua inventiva e disponibilità , ci avrebbero permesso di riascoltare la sua inconfondibile voce. Una navigazione serendipica, che ci sembra si addica molto ad una persona molto curiosa e attenta al mondo circostante.
Ad esempio, nella trasmissione di Radio 3 “Tutta l’umanità ne parla” che si ispira alle leggendarie “Interviste impossibili”, De Masi ha interpretato per ben due volte nientepopodimeno che Henry Ford, l’ultima insieme a Steve Jobs per parlare di Elon Musk nel maggio 2023. Ford rappresenta il capitalismo industriale, da cui nasce l’idea contemporanea di lavoro ma anche l’imprenditore che si fa società , che pensa al prodotto e all’operaio come consumatore; così definisce sé stesso come il rappresentante principe della società industriale, Jobs quello della società postindustriale e Musk della società postmoderna.
Sempre “Tutta l’umanitĂ ne parla” e sempre Henry Ford, ma in tutt’altra compagnia: Giuseppe di Vittorio e Rosa Luxembourg, una puntata molto piĂą teatrale ma anch’essa legata alla cronaca, quella dei diritti dei lavoratori a partire dall’omicidio di un bracciante nel giugno 2018. Interviene solo nel finale, come “ospite misterioso” a fare da contraltare capitalista molto dialettico e provocatorio.
Ancora RAI Radio 3 ma stavolta ad interpretare solo sè stesso, nella chiacchierata con Chiara Valerio nell’ “Isola deserta” del 13 maggio 2018: a tutti gli ospiti viene chiesto di scegliere un libro, una musica ed un film da portarsi per un indefinito periodo di solitudine, appunto, in un’isola deserta. Il nostro è uno dei pochissimi se non l’unico, che riesce a non farlo; o almeno non del tutto, finendo per segnalare almeno La peste di Albert Camus. Ma nulla vale quanto una radio con adeguata scorta di batterie: e, personalmente, questa scelta la sottoscrivo integralmente e senza esitazioni. A parte questa interpretazione anomala, l’autobiografia socialmente contestualizzata della prima parte della puntata merita l’ascolto, così come la visione storico sociale della contemporaneitĂ (Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa dove vuole andare, viviamo in un’epoca che non esprime una visione di sĂ© stessa nonostante pensi continuamente al proprio futuro).
Ho presentato due trasmissioni del 2018: anche queste possiamo considerarle come podcast, per quanto nate per l’emissione radiofonica ma con il valore aggiunto dell’archivio condiviso, proprio della rete. Tralascio la considerazione di come siano passati 5 anni dal primo ascolto, non riesco a vederla come una cattiva abitudine e proprio la scelta della radio come compagnia ideale mi rinfranca in questa opinione.
Passando ai podcast propriamente detti, uno riguarda una intervista doppia a De Masi e a Raffaella Rumiati, quindi sociologia e neuroscienze, che riecheggia un Convegno Nazionale AIF di qualche anno fà … L’intervistatrice che legge le domande con un tono da compitino scolastico non è proprio il massimo, ma le risposte sono ricche ed interessanti, anche grazie alla durata di un’ora e 40 minuti. Nella serie ci sono altre interviste doppie che mettono a confronto competenze ed esperienze diverse.
Un’altra intervista in uno dei podcast che seguo di solito, “Creatività al lavoro” curato da Giovanni Lucarelli: nelle tre puntate di cui è ospite, il nostro parla diffusamente di “Passione, lavoro e creatività ”; nella prima puntata si parte da una definizione “esperienziale” della creatività per arrivare all’ozio creativo; nella seconda si va dalle caratteristiche dei gruppi più creativi alla passione delle persone creative per i viaggi e nella terza si riparte dall’importanza dell’umorismo nel lavoro per arrivare alle correlazioni tra musica e creatività passando per “come aiutare una persona a diventare più creativa”. Direi che c’è molto materiale su cui ragionare per noi formatori (e non solo).
De Masi è apparso anche in altri podcast, in particolare brasiliani e quindi in portoghese: se qualcuno volesse ascoltarli – e magari commentarli – può farlo visitando la pagina (il muro) in cui ho raccolto le schede (mattoni): nella immagine la sezione dei collegamenti che ho approfondito in questo post, ma scorrendo la pagine trovate gli altri e, se volete, potete anche aggiungerne o commentarli.

Vittorio Canavese
Digital Educator e Instructional Designer per il CSI Piemonte. Partecipa a progetti internazionali come esperto di formazione e cura attivitĂ formative per varie piattaforme destinate alla P.A. e alla cittadinanza. Ex Consigliere nazionale e della Delegazione Piemonte, membro del Comitato Scientifico del Premio Filippo Basile, ha fatto parte del comitato organizzatore del ForFilmFest
E-mail: vcanavese@gmail.com