Pino Varchetta ricorda Sergio Di Giorgi
Achille Cartoccio, Sergio Capranico, Pino Pollina, Dante Bellamio, Giuliano Mazzoleni, Vito Volpe, Giuditta Alessandrini, Giorgio del Mare, Flavia Simeoni, MassimoTomassini , sono i nomi delle formatrici e dei formatori scomparsi in questi mesi, lasciando, a tutti coloro con cui avevano vissuto e con quanti avevano lavorato, una profonda striscia di rimpianto e dolore.
In questi ultimi giorni la nostra generazione con la morte di Sergio Di Giorgi ha perso un prezioso amico e uno straordinario collega.
In quel gruppo di colleghe e colleghi, un tempo folto e ora sempre più assottigliato, Sergio Di Giorgi, ha occupato un luogo suo, peculiare, abitato con uno stile inconfondibile, altero e umile, dolce e tenace a un tempo.
Nato e cresciuto nei primi anni a Brooklyn, maturato successivamente a Palermo, cittadino di due mondi, di questa sua distintività biografica, Sergio ha dato un’interpretazione straordinaria, dentro la quale si saldavano mirabilmente ironia, autoironia, senso contingente della vita, e contemporaneamente, una diffusa solidarietà verso l’altro.
È stato scritto che chi ama il cinema, i cinefili in quanto tali, non amino la vita. La vita di Sergio Di Giorgi, e non solo quella professionale, è stata una dimostrazione della infondata assurdità di questa tesi: Sergio amava le persone attraverso il cinema e pensava che il cinema fosse narrazione peculiare di storie di donne e di uomini.
E nient’altro.
Viveva, Sergio Di Giorgi, un mondo estetico ed intellettuale nutrito da una parte da una striscia di cultura pop, che gli veniva dalla sua origine americana e, dall’altra, dalla raffinatezza della cultura degli intellettuali del Sud, quei suoi maestri, quegli straordinari giganti del 900 europeo che Sergio per pudore non citava ma che si sentivano vibrare nelle sue contribuzioni, segnate da una loro particolarità, da una certa disattenzione. Talvolta sentivamo tutti come Sergio fosse altrove e come la sua peculiarità fosse di riuscire a contribuire con concetti alti, con proposte innovative anche quando apparentemente era già emotivamente lontano.
Tali suoi tratti si sono manifestati gioiosamente per tutti noi, Pier Sergio Caltabiano, Dario Forti, Dario d’Incerti, Vittorio Canavese, Paolo Viel, durante l’avventura pluriennale del ForFilmFest, svoltosi a Bologna, ospiti della Cineteca Nazionale, fortemente voluto e animato da Sergio .
È stata quella una stagione memorabile conclusasi malamente e forse irripetibile. E, di quella stagione, un punto fermo nella lunga cronaca della Formazione Manageriale del nostro Paese, Sergio Di Giorgi è stato simbolico testimone.
Grazie Sergio, mancherai moltissimo a molte e molti di noi.
Pino Varchetta
Psicosocioanalista, consulente di formazione manageriale e di sviluppo organizzativo
E-mail: gius.varchetta@gmail.com