L’IA generativa e il futuro del Lavoro: come cambieranno i ruoli entry level e quale ruolo avrà la formazione onboarding?
L’Intelligenza Artificiale (IA) generativa è un innovazione disruptive (o dirompente), che sta trasformando profondamente il panorama lavorativo, generando nuove opportunità e mercati.
A differenza delle rivoluzioni industriali passate o delle prime tecnologie digitali, che hanno creato un equilibrio tra la sostituzione di alcune mansioni e la nascita di nuovi ruoli, l’IA generativa sembra superare questo schema. Le precedenti ondate tecnologiche hanno spesso bilanciato la forza di sostituzione con una complementarità, sostituendo alcuni tipi di lavori e mansioni, creando così nuove opportunità in altri ambiti. Tuttavia, l’IA generativa, con la sua pervasività, sembra introdurre sfide inedite, in particolare per i ruoli entry level (ossia le posizioni di ingresso nel mondo del lavoro). In questo contesto bisogna considerare che l’automazione non riguarda più solo le mansioni manuali o ripetitive ma investe anche le attività intellettuali e creative. Questo fenomeno potrebbe ridurre drasticamente le opportunità per i giovani di entrare nel mondo del lavoro in ruoli di base, rendendo più difficile l’acquisizione delle competenze fondamentali, la comprensione delle dinamiche aziendali e l’accumulazione di esperienze indispensabili per la crescita professionale.
Forza di sostituzione e di complementarità nel mercato del lavoro
«Il fatto che» – sostiene Susskind [1]Daniel Susskind è Fellow in Economics presso l’università di Oxford, Visiting Professor al King’s College di Londra. Nel suo testo “Un mondo senza lavoro. Come rispondere alla disoccupazione … Continue reading in “Un mondo senza lavoro” – «dopo tre secoli di radicali trasformazioni tecnologiche, ci sia ancora abbastanza lavoro da fare ci dice che ci sarà sempre sufficiente domanda di manodopera umana? non penso». È vero che la storia ci insegna che, in passato, la domanda è stata sufficiente per tenere occupati quasi tutti. Ma questo non garantisce che sarà così anche nei decenni a venire. Finora, la forza di sostituzione, ossia il potenziale tecnologico capace di rimpiazzare il lavoro umano, si è dimostrata più debole della forza complementare, cioè la capacità tecnologica di creare nuovi lavori. Tuttavia, è probabile che tale equilibrio tra le due forze possa spostarsi in favore della sostituzione in futuro, e che questo cambiamento possa diventare permanente.
In passato le rivoluzioni industriali hanno portato alla sostituzione di lavori manuali con macchine più efficienti ma hanno anche creato nuove opportunità in settori specializzati. Tuttavia, con l’avanzare delle tecnologie e in particolare con l’IA generativa, potremmo assistere a una riduzione dell’impatto degli effetti tradizionali che hanno sempre garantito nuove opportunità lavorative.
Quello che qui interessa approfondire è come l’IA generativa, grazie alla sua capacità di automatizzare attività sempre più complesse, anche e soprattutto intellettuali, stia generando nuove sfide per i ruoli entry level. Questi ruoli, tradizionalmente punto d’ingresso per i giovani nel mondo del lavoro, potrebbero essere significativamente influenzati dall’automazione, riducendo le opportunità di apprendimento e crescita professionale nelle prime fasi di carriera.
Questa trasformazione, se confermata, potrebbe porre una questione critica: quale sarà l’impatto sui lavoratori entry level, che tradizionalmente rappresentano il primo punto d’ingresso nel mondo del lavoro? E cosa può fare la formazione per affrontare questa rivoluzione?
L’impatto dell’IA sui lavori entry level e il futuro della crescita professionale
I ruoli entry level hanno da sempre costituito, appunto, la fase di ingresso nel mondo del lavoro, dalle piccole botteghe alla manifattura fino alle grandi imprese e alle fabbriche 4.0. Ruoli che hanno garantito ai giovani l’opportunità di acquisire competenze essenziali, comprendere le dinamiche aziendali e costruire le basi per le loro carriere. Tutto questo al di là delle problematiche sociali, che non tratteremo qui.
Con l’avvento dell’IA generativa, che sta assumendo e assorbendo molte delle funzioni di base nei lavori, si potrebbe creare un ostacolo significativo per i nuovi lavoratori e le nuove lavoratrici che stanno entrando nel mercato del lavoro.
Un esempio di questa trasformazione lo possiamo osservare nel campo della ricerca e analisi di mercato. Tradizionalmente analisti junior o ricercatori entry level si occupavano di raccogliere dati, preparare report e supportare il management. Con l’avvento dell’IA generativa, molti di questi compiti possono essere automatizzati, riducendo drasticamente le opportunità di ingresso per i giovani. Questo porta il rischio che saltino passaggi fondamentali per l’apprendimento, compromettendo la possibilità di acquisire competenze critiche ed esperienza necessaria per affrontare, in futuro, situazioni professionali più complesse. Verrebbe a mancare la fase iniziale di apprendimento e formazione sul campo.
Allo stesso modo, nel settore legale, dove assistenti legali o paralegali gestivano attività di supporto come la redazione di documenti o la ricerca giuridica, l’IA generativa sta automatizzando queste mansioni. Questo limita le opportunità di apprendimento pratico per i giovani professionisti, rendendo più difficile per loro sviluppare le competenze necessarie per gestire casi più complessi e avanzati nel corso della loro carriera.
La sostituzione di questi ruoli con l’IA generativa potrebbe creare due principali problematiche: nell’immediato i giovani rischiano di non trovare le opportunità necessarie per iniziare il loro percorso di crescita professionale; mentre, in futuro, le imprese potrebbero trovarsi in difficoltà nel reperire lavoratori e lavoratrici con l’esperienza e le seniority adeguate. Senza i ruoli entry level, diventa più difficile per i nuovi lavoratori e lavoratrici comprendere le logiche organizzative, sviluppare competenze professionali e avanzare nella carriera, lasciando un vuoto che potrebbe compromettere l’efficienza e l’innovazione all’interno delle aziende. Infatti le aziende stesse, a quel punto, come reperiranno personale junior con competenze solide e utili ai diversi contesti organizzativi?
La questione di fondo allora diventa: cosa può fare la formazione all’interno di questo scenario?
Il futuro dell’onboarding: nuove logiche, nuove modalità
L’automazione dei ruoli entry level richiede un ripensamento delle strategie formative. Come possiamo garantire che i giovani acquisiscano le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro, nonostante la riduzione delle opportunità in entrata? Non esiste una risposta univoca, ma la formazione può giocare un ruolo centrale offrendo percorsi innovativi e flessibili che valorizzino l’orientamento e introducano alla crescita professionale.
L’obiettivo è preparare le nuove generazioni a navigare un mercato del lavoro in trasformazione, senza dipendere dai ruoli entry level tradizionali.
Per affrontare questa sfida, è necessario ripensare le modalità di onboarding. Oggi, aziende, enti formativi, agenzie per il lavoro e centri per l’impiego offrono programmi di orientamento, formazione iniziale e mentoring. Tuttavia, con la riduzione dei ruoli entry level, questi programmi devono evolversi per garantire ai nuovi lavoratori una comprensione completa delle dinamiche aziendali e delle competenze professionali, includendo esperienze professionali concrete.
Servono, dunque, nuovi sistemi formativi che permettano l’avvio di percorsi di carriera diversificati. Ciò potrebbe avvenire attraverso programmi di rotazione, mentoring avanzato e il supporto di tecnologie innovative. Challenge-based learning, gaming, gamification e digital storytelling possono creare ambienti simulati dove i giovani possano acquisire le competenze di base e sviluppare una mentalità di apprendimento continuo, anche sfruttando le possibilità dell’IA generativa.
È fondamentale che i giovani esplorino diverse funzioni aziendali, sviluppando una visione complessiva dell’organizzazione. Assegnare loro tutor e mentor che offrano supporto e feedback costruttivo è essenziale. I sistemi formativi innovativi devono adattarsi alle esigenze dei lavoratori e delle organizzazioni, permettendo alle nuove generazioni, anche in assenza dei ruoli entry level tradizionali, di acquisire le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro che le imprese e i territori dovranno affrontare.
Ugo Calvaruso
È un filosofo specializzato in innovazione e formazione. Laureato con lode in Scienze Filosofiche all’Università “Federico II”, si è specializzato in Filosofia Politica presso l’Istituto Italiano degli Studi Filosofici. È stato cultore di materia in Politiche Sociali e Sociologia dell’Innovazione presso l’Università di Milano-Bicocca. Esperto in sviluppo organizzativo, Digital Transformation e Innovation Management, si occupa di progettazione di strategie organizzative e coordinamento di progetti di innovazione e formazione, integrando tecnologie avanzate, per migliorare processi di apprendimento e sperimentare soluzioni innovative.
E-mail: u-calvaruso@hotmail.com
Riferimenti
↑1 | Daniel Susskind è Fellow in Economics presso l’università di Oxford, Visiting Professor al King’s College di Londra. Nel suo testo “Un mondo senza lavoro. Come rispondere alla disoccupazione tecnologica” approfondisce la relazione tra tecnologia e lavoro, evidenziando come la minaccia di un mondo senza lavoro è una delle sfide più grandi del nostro tempo. |
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