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Economia Civile, transizione alla sostenibilità e ruolo della Formazione

Nel cuore dell’Illuminismo italiano, Antonio Genovesi, un illustre filosofo del XVIII secolo, innovava profondamente il pensiero economico, anticipando concetti che oggi riconosciamo come fondamentali nell’ambito della cosiddetta “economia civile”. Questo approccio rivoluzionario poneva al centro i valori umani e la comunità, contrastando la visione più meccanicistica e individualistica di Adam Smith e la sua celebre “mano invisibile”.

La visione di Genovesi si distingueva dalle altre teorie economiche più diffuse in quanto poneva l’accento sulla reciprocità e sulla cooperazione. Opponendosi al principio “Homo homini lupus” di Hobbes, che vedeva l’uomo essenzialmente come un essere egoistico, Genovesi proponeva il principio “Homo homini natura amicus” (l’uomo è amico per natura dell’uomo), suggerendo una società costruita su legami sociali basati non sulla paura ma su valori condivisi. Oggi, questo pensiero trova nuova vita nell’approccio all’economia circolare e nelle imprese sociali, dimostrando che le idee del passato possono guidare le innovazioni moderne.

Dall’umanesimo alla modernità fino alla transizione ecologica

Oggi, le idee di Genovesi trovano nuova attualità attraverso l’economia circolare e le imprese sociali. In un contesto globale segnato dalla crisi climatica e dalle crescenti disuguaglianze, la teoria economica di Genovesi offre una prospettiva rilevante, particolarmente utile a supporto della teoria della sostenibilità. La formazione tecnica rivolta ai lavoratori e l’educazione civica e ambientale per l’intera comunità sono cruciali per rendere consapevole la società sull’importanza che ha il tema della sostenibilità. Solo attraverso un approccio integrato possiamo affrontare le sfide globali odierne.

Nel contesto delle sfide globali attuali, caratterizzato da crisi climatica e disuguaglianze crescenti, la teoria economica di Genovesi offre una prospettiva rilevante. Le imprese sociali, ad esempio, incarnano il suo ideale di mutualità e beneficio condiviso. In Italia ci sono casi emblematici di cooperative che hanno trasformato rifiuti agricoli in prodotti commerciali, praticando i principi dell’economia circolare e riducendo significativamente l’impatto ambientale.

In questi contesti, la formazione gioca un ruolo cruciale all’interno di questo processo, fornendo ai lavoratori le competenze necessarie per innovare e operare in maniera sostenibile. La formazione rivolta ai lavoratori di ambito tecnico è essenziale per sviluppare le abilità pratiche necessarie per implementare soluzioni innovative. Questo tipo di formazione include corsi su tecniche avanzate di gestione dei rifiuti, processi di riciclo e riuso, nonché sull’utilizzo di tecnologie eco-sostenibili. Queste competenze tecniche permettono ai lavoratori di contribuire attivamente alla sostenibilità dell’impresa, migliorando l’efficienza dei processi produttivi e riducendo gli sprechi.

Parallelamente, è fondamentale promuovere un’educazione civica e ambientale che coinvolga non solo i lavoratori ma l’intera comunità. L’educazione civica si concentra sulla sensibilizzazione rispetto ai valori della sostenibilità e della responsabilità sociale. Questo tipo di educazione mira a creare una consapevolezza diffusa riguardo l’importanza di adottare stili di vita sostenibili, comprendendo il ruolo di ciascun individuo nel promuovere il benessere collettivo. Attraverso programmi educativi e campagne di sensibilizzazione, le persone possono essere informate sui benefici del consumo responsabile, della riduzione dei rifiuti e della conservazione delle risorse naturali.

L’educazione ambientale, d’altro canto, si focalizza sull’insegnamento delle conoscenze ecologiche e delle pratiche di gestione sostenibile delle risorse naturali. Questo tipo di educazione è fondamentale per formare cittadini consapevoli degli impatti ambientali delle loro azioni quotidiane e capaci di adottare comportamenti ecologicamente responsabili. Le scuole, le università e le organizzazioni non governative giocano un ruolo chiave nel promuovere questa educazione, integrando nei loro programmi curriculari tematiche legate all’ecologia, alla biodiversità e alla sostenibilità.

Invece, la formazione tecnica rivolta ai lavoratori è cruciale per sviluppare competenze specifiche necessarie per l’innovazione e l’operatività sostenibile, l’educazione civica e ambientale è altrettanto vitale per costruire una cultura della sostenibilità che permei l’intera società. Solo attraverso un approccio integrato che combini formazione tecnica ed educazione civica e ambientale si può sperare di affrontare efficacemente le sfide globali del nostro tempo, guidati dai principi dell’economia civile di Antonio Genovesi.

 

La Pratica del Cambiamento: adottare stili di vita più sostenibili

Per avanzare verso una società più sostenibile, è essenziale adottare stili di vita più sostenibili. Questo implica cambiamenti nei modi di lavorare, di gestire la vita familiare e di trascorrere il tempo libero. L’adozione dello smart working, la diminuzione dell’impronta ecologica domestica e il consumo consapevole sono esempi pratici di come le decisioni quotidiane possano riflettere un impegno verso l’equilibrio ecologico.

La transizione ecologica non è solo una questione di scelte etiche, ma una necessità imperativa per garantire la sopravvivenza delle generazioni future. Le pratiche di consumo attuali esauriscono in modo insostenibile le risorse naturali, aumentando la pressione sull’ambiente. 

In breve, i principali elementi sono:

  1. Ripensare l’individuale: formare e far maturare una maggiore consapevolezza nelle persone è il primo passo per riflettere sull’impatto che le nostre azioni hanno sull’ambiente. 
  2. Stili di vita più sostenibili: educare le persone affinché adottino stili di vita più sostenibili. Questo implica cambiamenti nel modo in cui lavoriamo, gestiamo la vita familiare e trascorriamo il nostro tempo libero.
  3. Coinvolgere gli altri nella transizione ecologica: la transizione non può essere un percorso solitario. Bisogna coinvolgere gli altri attraverso processi di comunicazione, formazione e di ispirazione efficaci per far sì che amici, familiari e colleghi si uniscano a questa causa comune. La sensibilizzazione collettiva è il cuore di questo cambiamento necessario.
  4. Nuova domanda di mercato e Politiche ecologiche innovative ed efficaci: bisogna ridefinire la domanda di mercato e influenzare le politiche aziendali e pubbliche. Diventa fondamentale formare imprenditori, manager e figure di spicco per stimolare iniziative che abbraccino pratiche ecologiche.

La transizione ecologica richiede un impegno collettivo. Informare, educare e motivare il nostro circolo sociale a partecipare attivamente alla sostenibilità amplifica l’impatto delle nostre azioni. È fondamentale anche ridefinire la domanda di mercato e influenzare le politiche aziendali e pubbliche a favore della sostenibilità.

La teoria di Genovesi non è un richiamo alla nostalgia; è un’applicazione pratica e una guida per navigare nella complessità del nostro tempo. Sia che si tratti di adottare pratiche di economia circolare nelle imprese, sia di implementare politiche pubbliche che promuovono la sostenibilità, l’approccio di Genovesi può aiutare a costruire una società più equa e ecologica. All’interno di questa transizione, la formazione continua è un elemento chiave, poiché serve a preparare le generazioni presenti e future a gestire questi cambiamenti e produrre innovazioni in modo più responsabile e sostenibile. Attraverso la collaborazione e l’innovazione, possiamo trasformare le sfide globali in opportunità per un futuro prospero e rispettoso dell’ambiente. Con la teoria di Genovesi come bussola, possiamo aspirare a un rinnovamento culturale che non solo affronta ma guida il cambiamento necessario per la cura del prossimo e del pianeta.


 

Dario Catania

Laureato con lode in Economia, Management e Sostenibilità, ha acquisito una vasta apertura mentale attraverso i suoi viaggi nei 5 continenti, spinti dalla volontà di migliorare il proprio contesto di vita. Guidato da principi etici ambientali e di rispetto umano, ha giocato un ruolo attivo nella creazione di un’innovativa realtà politica italiana attualmente presente in Parlamento, anche con contributi internazionali. Oltre al suo ruolo di docente di Sostenibilità presso il Sant’Anna Institute di Sorrento, è il fondatore e presidente dell’associazione ecologista N’Sea Yet. La sua forte disposizione creativa e l’approccio orientato alla soluzione caratterizzano anche la sua carriera di giornalista e videomaker freelance.

E-mail: info@nseayet.org

 

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