L’arte del dubbio, il valore delle domande e l’effetto farfalla
Le relazioni interpersonali sono al centro della nostra vita, sociale e professionale, e rappresentano una modalità imprescindibile per conoscere meglio sé stessi, gli altri e la realtà che ci circonda, offrendo occasioni continue di apprendimento generativo e di miglioramento progettuale del nostro cammino nella storia delle comunità, a cui apparteniamo.
Ma il terreno della dialettica tra noi e le persone, con cui interagiamo, è spesso “minato” dalla convinzione di dover difendere innanzitutto le proprie certezze “assolute” dalle “interferenze” di opinioni diverse od opposte, percepite come una minaccia e non come un’opportunità, senza avvertire invece la necessità di mettersi in discussione di fronte ad evidenze o dati oggettivi forniti dalla parte “avversa”, che ci invitano a rivedere/integrare le nostre posizioni e magari a dover constatare che ci eravamo sbagliati o ingannati, anche solo in parte (se non del tutto).
Equivoci, errori di valutazione (bias cognitivi) e stereotipi caratterizzano sempre più frequentemente la comunicazione umana ad ogni livello ed in ogni canale, diretto o multimediale (es. fake news), in quanto la società moderna non è educata a coltivare l’arte del dubbio, che induce a ricercare la “verità” (sempre relativa, mai assoluta sino a quando non sia in grado di negare tutte le sue negazioni) attraverso la formulazione di ipotesi, che devono poter essere messe in discussione di fronte a nuovi ed alternativi elementi di prova, che ne dimostrino oggettivamente la lacunosità o l’infondatezza.
Coltivare il dubbio significa saper porre domande di valore in un costruttivo dialogo con sé stessi e con gli altri al fine di cercare di volta in volta in ogni direzione conferme oggettive, senza resistenze o preclusioni aprioristiche. In senso etimologico la “domanda” (dal latino “demandare”, affidare, raccomandare) è propriamente ciò che viene affidato, un enunciato tramite cui si esprime e conferisce all’uditore un proprio desiderio da esaudire; tale parola nasconde in sé un germe di elegante delicatezza, un segno di fiducia nella capacità altrui di rivelarci un’informazione o una verità illuminante.
Si alimentano di domande e dubbi volti alla ricerca di conferme il desiderio di apprendere e la curiosità, requisiti fondamentali per gestire il cambiamento nel mondo moderno. D all’esercizio naturale e metodico di tali qualità dipende il miglioramento della nostra neuro plasticità neuronale, ossia la capacità del cervello di restare “vivace” nel tempo grazie alla sollecitazione delle proteine dette neurotrofine, che sono in grado di condizionare lo sviluppo e le funzioni dei nostri neuroni e di attivare i collegamenti tra loro migliorando la nostra flessibilità cognitiva, ritenuta dagli studiosi della Università di Cambridge e della Nanyang Technological University più importante del quoziente intellettivo: “La flessibilità cognitiva è essenziale per la prosperità della società. Può massimizzare la capacità di produrre idee innovative e invenzioni creative. In definitiva, si tratta di quelle qualità che ci servono per risolvere le grandi sfide di oggi” (Beth Daley).
La scoperta del “fattore neurotrofico cerebrale” nel cervello umano valse a Rita Levi Montalcini il Nobel per la Medicina; sino a tale scoperta si credeva che il cervello fosse un organo rigido, incapace di generare nuovi neuroni. Ma non è così: il cervello dell’uomo moderno è lo stesso dell’uomo della pietra, ma la sua plasticità neuronale ha permesso lo sviluppo della civiltà ed il progresso di arte, scienza e tecnica nel corso dei secoli.
Pertanto, esercitare l’arte del dubbio e formulare domande di valore dovrebbe rappresentare il punto di partenza ideale per divenire Persone, Cittadini e Lavoratori responsabili, in grado di comunicare e negoziare con successo ed applicare l’ascolto attivo e le differenti forme di pensiero (critico, analitico, creativo) per assumere decisioni congrue in ogni contesto e situazione, a beneficio del nostro percorso di crescita personale e delle comunità, in cui operiamo. C iò consentirebbe di dare un fondamentale contributo individuale alla promozione e salvaguardia dei saperi, delle libertà e dei diritti dei popoli, così come al progresso sostenibile delle economie, rendendo il mondo migliore.
Vale il principio della teoria del caos in Fisica, ripreso nel film “The butterfly effect” (2004), ossia l’effetto farfalla: “Change one thing, change everything”.
Nicola Orrasch
Dal 2017 Consulente di Direzione aziendale per le PMI e Formatore professionista (socio ordinario AIF – Associazione Italiana Formatori) dedito alla progettazione ed erogazione di percorsi formativi per conto di qualificate Società del settore HR accreditate dalla Regione Veneto (Progetti di riqualificazione professionale, Work experiences, Apprendistato professionalizzante, Programma GOL Next Generation EU, Progetti di avviamento di Start-Up e Percorsi di formazione manageriale per Imprenditori).
E-mail: n.orrasch@accadueotp.com