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Social Mindfulness: costruire organizzazioni umane e promuovere il cambiamento sociale.

Conversazioni con Mark Leonard, ideatore del programma Mindfulness-Based Organisational Education

Sono convinto che siamo profondamente fuorviati dalla prospettiva del sé come centro,
come i nostri antenati erano fuorviati dalla loro visione geocentrica dell’universo.

David Smail

 

La Mindfulness è una pratica sempre più conosciuta e diffusa nell’ambito della formazione e spesso proposta come metodo per la riduzione dello stress. La definizione più usata di Mindfulness è quella di Jon Kabat Zinn, che la descrive come “la capacità di portare intenzionalmente l’attenzione al momento presente, con un atteggiamento non giudicante”.
I benefici scientificamente riconosciuti di questa pratica riguardano sia il miglioramento della salute fisica che delle abilità cognitive e relazionali e i suoi ambiti di applicazione spaziano dal mondo del lavoro allo sport, dall’educazione alla salute.
In questo articolo vi racconterò come la formazione basata sulla Mindfulness stia evolvendo, riportandovi l’elaborazione di alcune conversazioni che ho avuto con Mark Leonard, ideatore del programma di Mindfulness-Based Organisational Education (MBOE) e uno dei principali esploratori della Social Mindfulness.

Chi è Mark Leonard
Mark Leonard è un insegnante di Mindfulness che ha avuto un ruolo chiave nella fondazione dell’Oxford Mindfulness Centre, una importante associazione internazionale che si occupa di formazione basata sulla Mindfulness.
Ha lavorato nell’ambito della sostenibilità ambientale e ha insegnato Mindfulness utilizzando vari tipi di protocolli. Ha fondato Mindfulness Connected per rendere la Mindfulness accessibile e significativa e per promuoverla all’interno della comunità e delle organizzazioni attraverso un approccio sistemico e complesso.

La Rivoluzione della Mindfulness e l’industria della felicità
Da attento conoscitore delle pratiche di Mindfulness ed esperto sensibile ai temi della complessità e della sostenibilità, Mark ha iniziato a rilevare i problemi nascosti dietro a quella che è stata definita la “Rivoluzione della Mindfulness” e che sta attualmente generando un’industria da 4 miliardi di dollari, definita l’industria della felicità.
Oggi la pratica della Mindfulness viene spesso snaturata dal suo significato originario e il termine “McMindfulness”, coniato da Miles Neale, rende l’idea delle criticità che può avere se privata degli insegnamenti etici e se incentrata solo sul business e sul miglioramento delle prestazioni individuali.
Molte aziende stanno proponendo programmi basati sulla Mindfulness che, attraverso l’allenamento individuale, mirano a gestire lo stress e a migliorare la performance.
Un aspetto critico, di questo orientamento che si può chiamare Mindfulness neoliberale, è l’affermare che la fonte dei problemi delle persone si trova “nella loro testa” e sostenere l’imperativo che si devono accettare le cose come sono. Anche se per certi versi può essere utile cambiare le nostre reazioni alle circostanze che ci causano disagio, quando queste non possono essere modificate, portare all’estremo questo concetto può risultare in una specie di “anestesia sociale”, che tende a preservare lo status quo invece di cercare di cambiare ciò che è ingiusto o non sostenibile. A questo si aggiunge che alcune formazioni aziendali basate sulla Mindfulness mettono in luce la tendenza di alcune organizzazioni di sfruttare l’interesse delle persone per la salute a scopo di marketing, per promuovere la loro immagine, senza avere veramente a cuore il benessere delle persone.
Quando gli insegnanti di Mindfulness non riconoscono che lo stress ha anche cause sociali e si focalizzano solo sull’allenamento del cervello, sostenendo che i motivi della sofferenza si trovano in gran parte dentro gli individui, la Mindfulness viene a perdere il suo potenziale rivoluzionario di affrontare la sofferenza collettiva e il cambiamento sistemico, riducendosi a una pratica che mantiene le persone concentrate su se stesse e incapaci di affrontare le sfide complesse.
Una formazione basata sull’etica e sul bene comune presuppone che tutto ciò che offre successo nella nostra società ingiusta, senza cercare di cambiarla non sia rivoluzionario. Per questo è importante andare alla radice delle cause dell’attuale malessere.

La radice del malessere generale
Per rispondere al malessere e al disagio generale che stiamo vivendo, di un mondo del lavoro che è “broken”, “rotto”, delle ingiustizie e disuguaglianze, secondo Mark Leonard dobbiamo andare alla radice del problema e cercarne le cause in modo più ampio e profondo. E che cosa c’è alla radice del dilagante problema delle ingiustizie sociali e della salute mentale in generale e nei luoghi di lavoro? Mark, riferendosi alle conclusioni a cui è giunto David Smail, direttore dei servizi psicologici di Nottingham, afferma che il problema nella nostra società attuale dipende dal modo in cui creiamo un senso dell’io.
La narrazione su cui ci stiamo basando per definirci come individui è che siamo indipendenti e separati. Tuttavia questa è una forma di illusione dell’io che, come ha spiegato il professore di Ecologia Applicata Tom Oliver, impedisce di riconoscere la nostra interdipendenza e interconnessione. La sostenibilità diventa possibile solo quando superiamo l’illusione dell’io e quando l’io diventa “noi”, in modo da poter affrontare collettivamente le sfide complesse e le crisi globali.
Superare l’illusione dell’io, l’individualismo, il mito dell’autosufficienza, la disconnessione dagli altri e dal mondo è proprio la radice del problema che la Social Mindfulness affronta.
La Social Mindfulness promuove la coesione, la solidarietà sociale, l’agency e l’intelligenza collettiva necessarie per affrontare la nostra vulnerabilità e i problemi complessi che stiamo vivendo nel mondo B.A.N.I. (Brittle, fragile; Anxious, ansioso; Non-linear, non lineare e Incomprehensible, incomprensibile).

Il programma MBOE: Mindfulness-Based Organisational Education
Per praticare la Social Mindfulness, Mark Leonard ha progettato il programma Mindfulness-Based Organisational Education.
L’MBOE è stato sviluppato a partire dai protocolli Mindfulness-Based Stress Reduction e Mindfulness-Based Cognitive Therapy, per poter essere applicato nel mondo del lavoro e delle organizzazioni e tenendo conto della complessità e delle accelerazioni del contesto attuale.
Mark ha adottato un approccio sistemico e ha esplorato le potenzialità della Mindfulness al di là del vederla come una semplice “tecnica” da applicare. L’MBOE è nato per promuovere la costruzione di organizzazioni e comunità consapevoli (mindful) guidate da propositi ancorati a finalità collettive e da principi etici che considerano la nostra interdipendenza e interconnessione.
Il training MBOE è stato originariamente progettato per il personale ospedaliero del Royal Orthopaedic Hospital di Birmingham nel 2016 con lo scopo di migliorare il benessere e lo stile di comunicazione dei team e tra il personale di front-line e la direzione, di ottenere risultati migliori verso i pazienti e di costruire una cultura organizzativa positiva.
Si tratta di un programma in sei sessioni, con attività di gruppo e pratiche di Mindfulness “a basso dosaggio”, ossia di durata breve, per consentire ai partecipanti di praticare in modo sostenibile e realistico.
L’efficacia dei risultati del programma MBOE è stata pubblicata nella rivista Mindfulness nel 2020. La ricerca ha evidenziato un impatto positivo sulla motivazione intrinseca e sull’autodeterminazione aumentando la soddisfazione dei bisogni di autonomia, competenza e relazione.


Nell’MBOE la Mindfulness è vista come un insieme complesso di funzioni fisiologiche, psicologiche e sociali. A partire da questo assunto Mark ha sviluppato un modello integrato del potenziale umano che tiene conto delle dimensioni individuali, relazionali e culturali.
Per Mark è fondamentale riconoscere che l’insegnamento della Mindfulness non può essere svincolato dal contesto in cui avviene. Questo ci riporta alla radice del problema, ossia ai motivi per cui oggi viviamo una condizione di malessere generale e di stress causato da un cronico senso di minaccia. Questo malessere ha cause sociali e non risiede solo negli individui.
Per sviluppare l’aspetto relazionale e sociale della Mindfulness, Mark Leonard ha preso come riferimento la Social Baseline Theory secondo la quale l’essere umano si è biologicamente adattato a vivere in gruppi sociali. Pertanto, il supporto sociale e la presenza di relazioni sociali positive sono fondamentali per il nostro benessere e per un funzionamento psicologico sano.
Quando viene a mancare il supporto sociale, quando ci percepiamo isolati e quando non sperimentiamo la sicurezza psicologica, tendiamo a vivere in un costante stato di minaccia e di insicurezza che porta ad aumentare i nostri livelli di stress, ansia e depressione.
Quindi se la Mindfulness viene utilizzata solo come uno strumento di self-help, senza essere praticata in relazione agli altri, il rischio è che venga diminuito il potenziale impatto che può avere sul benessere e sul cambiamento sociale.
L’MBOE è un programma in cui le relazioni sono al centro e la Mindfulness viene insegnata e imparata in gruppo attraverso attività di condivisione che permettono di riconoscere e superare i propri bias, di praticare la consapevolezza del corpo, di coltivare l’ascolto non giudicante, di promuovere la coesione di gruppo e la sicurezza psicologica.
La validità dell’MBOE ha portato questo programma ad ottenere i prestigiosi riconoscimenti dell’Associazione Britannica degli Approcci Basati sulla Mindfulness (BAMBA) e dell’Associazione Olandese per insegnanti di Mindfulness.
Per diffondere questo approccio ha fondato la Mindfulness Connected e ha scritto il libro Social Mindfulness che è stato tradotto in italiano ed è in via di traduzione in altre lingue.

Le dimensioni e i benefici della Social Mindfulness
I benefici della pratica della Social Mindfulness dipendono dalla comprensione del funzionamento della mente sociale umana e da come allenarla in modo consapevole e intenzionale.
In particolare, Mark Leonard ha evidenziato tre elementi fondamentali della Social Mindfulness che si rifanno alle tre dimensioni: culturali, relazionali e individuali.

  1. L’insight (dimensione culturale): riguarda la comprensione di come il nostro senso del sé venga costruito e cambi a seconda del contesto e di come questo influisca sulla coesione del gruppo, sulla consapevolezza dei bias e sui processi decisionali.
  2. Il senso di connessione (dimensione relazionale): si focalizza sulla condivisione, sulle capacità di ascolto attivo e consapevole e sulla comprensione dei pensieri e delle emozioni degli altri. Dato che le spiegazioni da sole non ci aiutano ad essere consapevoli di ciò che accade a nostra insaputa nella mente, nell’MBOE siamo invitati a descrivere la nostra esperienza per essere in grado di riflettere su ciò che accade dentro di noi e di condividerlo.
  3. La Meditazione Mindfulness (dimensione individuale): tale l’aspetto dell’MBOE si riferisce alle pratiche che permettono di imparare l’auto-regolazione emotiva, la “defusione” o decentramento (ossia il riconoscere che i pensieri e le emozioni sono transitori, “impermanenti” e che “i pensieri non sono fatti”) e l’accettazione.

A partire da queste dimensioni, le qualità umane e le capacità di consapevolezza sociale che vengono sviluppate all’interno del programma MBOE sono: la saggezza, il senso di appartenenza, lo scopo (il purpose), la fiducia, la resilienza, il benessere e la sicurezza psicologica.

Il potenziale della Social Mindfulness per il cambiamento sociale e la costruzione di organizzazioni umane
Uno degli aspetti cruciali che emerge dalle conversazioni con Mark Leonard è l’importanza di raggiungere una “massa critica” di persone che praticano la Social Mindfulness, in modo da promuovere un vero e proprio cambiamento sociale e culturale.
Il punto di svolta può essere raggiunto quando una “massa critica” del 25% si impegna per il cambiamento in gruppo. Lo scopo di Mark Leonard è di raggiungere questo tipping point per promuovere il cambiamento sociale, ricostruire il tessuto sociale, costruire organizzazioni umane e comunità resilienti.
Come speaker a livello internazionale Mark Leonard sta cambiando il modo in cui la Meditazione Mindfulness viene insegnata e praticata.

 

RIFERIMENTI

Ceruti M., Bellusci F., Abitare la complessità. La sfida del destino comune, Mimesis, 2020
Davies W., L’industria della felicità. Come la politica e le grandi imprese vendono il benessere, Einaudi, 2016
Gladwell M., Il punto critico. I grandi effetti dei piccoli cambiamenti, UTET, 2022
Kabat-Zinn J., Vivere momento per momento, Corbaccio, 2021
Leonard, M. (a cura di Buranello A.), Social Mindfulness. Una guida alle meditazioni realizzata da MBOE- Mindfulness-Based Organisational Education, Edizioni Simple, 2022
Mackey J., Sisodia R., Capitalismo consapevole. Liberare lo spirito eroico delle imprese, MGTM, 2021
Oliver T., L’inganno dell’io: come siamo tutti collegati e perché è importante, Il Saggiatore, 2020
Purser R., McMindfulness: How Mindfulness Became the New Capitalist Spirituality, Repeater, 2019

www.mindfulnessconnected.com

Coan JA, Sbarra DA. Social Baseline Theory: The Social Regulation of Risk and Effort. Curr Opin Psychol. 2015 Feb;1:87-91. doi: 10.1016/j.copsyc.2014.12.021. PMID: 25825706; PMCID: PMC4375548.
Krusche, A., Jack, C.D., Blunt, C. et al. Mindfulness-Based Organisational Education: an Evaluation of a Mindfulness Course Delivered to Employees at the Royal Orthopaedic Hospital. Mindfulness 11, 362–373 (2020). https://doi.org/10.1007/s12671-019-01121-x

 

Antonella Buranello

Psicoterapeuta, formatrice, coach, Mindfulness Trainer, Chief Happiness Officer, docente presso il Master di Psicologia dell’Invecchiamento e della Longevità dell’Università di Padova. Collabora con Innersight Mindfulness Association Italia. Ha fondato Social Mindfulness Italia e Mindful Longevity Academy

E-mail: antonellaburanello@gmail.com

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