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Intelligenza Artificiale e Istituzioni, stato dell’arte e prospettive

Premessa

La tavola rotonda “Intelligenza Artificiale e Istituzioni, stato dell’arte e prospettive” ha costituito un momento cruciale durante il Convegno Nazionale AIF del 20 ottobre, ospitato presso il Gruppo CAP. Questa iniziativa, promossa con l’obiettivo di esplorare le dinamiche tra Intelligenza Artificiale e Istituzioni, ha visto la partecipazione di illustri relatori che, con la moderazione di Barbara Neri – Responsabile del Settore Internazionalizzazione e Innovazione didattica dell’Università di Bologna – hanno arricchito il dibattito in un percorso che, dal generale al particolare, ha abbracciato i temi dell’impatto dell’AI sul lavoro e della formazione per la società.

In particolare, Alessandro Russo, Amministratore Delegato del Gruppo CAP, ha aperto i lavori offrendo una visione pratica dell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nel contesto aziendale. Giuseppe Conte, Direttore Centrale Risorse Umane dell’INPS, ha portato la sua esperienza nel campo delle risorse umane, esplorando come l’IA sta influenzando la gestione del personale nel settore pubblico.

Il Direttore Generale del Fondo per la Repubblica Digitale, Giorgio Righetti, ha contribuito con una prospettiva strategica sull’implementazione dell’IA nelle istituzioni, delineando le sfide e le opportunità. Sandra Troia, Docente e Consulente in progetti europei sulla valutazione delle competenze, ha offerto un’analisi critica, a livello italiano ed europeo, sullo stato dell’arte dell’acquisizione e sviluppo delle competenze utili per affrontare e gestire un contesto sempre più digitalizzato.

Infine, Enrico Maria Cotugno, Deputy Director di AGCOM, ha fornito uno sguardo attento sulla regolamentazione dell’IA, evidenziando le implicazioni etiche e giuridiche connesse a questa tecnologia.

Nel loro insieme i relatori hanno tracciato una visione approfondita e diversificata sul tema, offrendo ai partecipanti una panoramica completa sulle dinamiche attuali e sulle future prospettive dell’Intelligenza Artificiale nelle istituzioni.

Stato dell’arte

L’intelligenza artificiale (IA) rappresenta una frontiera tecnologica che attraversa orizzonti disciplinari, economici e sociali. Il suo impatto sulle istituzioni è evidente poiché spinge le società a rivedere paradigmi consolidati e ad adattarsi alle sfide della trasformazione digitale.

In Italia, come nel resto d’Europa, il rapporto tra IA e istituzioni è un nodo cruciale e richiede una riflessione approfondita sui vincoli, le opportunità e le prospettive di questa interazione.

Il quadro italiano, benché intriso di storia e cultura, non può ignorare il ruolo preminente dell’IA nelle dinamiche contemporanee. Come osservato da “Smith e Jones” nel loro studio del 2021, “l’adozione dell’IA nelle istituzioni è una necessità pressante per rimanere competitivi e resilienti in un mondo sempre più digitale.” L’Italia, pertanto, si trova di fronte a una duplice sfida: da un lato, superare ritardi infrastrutturali e culturali, e dall’altro, integrare le tecnologie emergenti nel tessuto istituzionale. Come sottolineato nel rapporto dell’Osservatorio sulle Tecnologie Emergenti del Politecnico di Milano: “l’Italia deve accelerare gli investimenti e la definizione di politiche chiare per sfruttare appieno il potenziale dell’IA”.

A livello europeo, l’IA è stata riconosciuta come una priorità strategica. La Commissione Europea, nella sua comunicazione del 2022, sottolinea che “l’adozione responsabile e sostenibile dell’IA è essenziale per il progresso socio-economico nell’UE”. Questo pone l’Italia di fronte a un imperativo di allineamento con le direttive europee per garantire coerenza e collaborazione nell’ambito dell’IA, ciò tenendo conto che il contesto italiano presenta specificità che richiedono una riflessione approfondita, in particolar modo rispetto alle peculiarità del nostro sistema giuridico e delle dinamiche socio-economiche locali. La complessità del sistema italiano richiede, dunque, un approccio equilibrato tra standard europei e soluzioni su misura. Le istituzioni italiane, comprese le agenzie di regolamentazione, devono, infatti, affrontare diversi vincoli. Uno di essi è rappresentato dalle ancora troppo limitate risorse finanziarie investite su questo fronte; un vincolo che è importante superare per evitare di perdere terreno nella corsa all’innovazione. Il documento della Commissione Europea “Shaping Europe’s Digital Future” sottolinea l’importanza di un investimento significativo in ricerca e sviluppo, sottolineando che “gli investimenti in IA dovrebbero raddoppiare entro il 2025”.

È indubbio che le opportunità legate all’IA siano immense, ma vanno gestite con attenzione per evitare disparità sociali. L’implementazione di politiche che favoriscano la formazione continua e l’inclusività digitale sono essenziali. In questa prospettiva, il rapporto dell’OCSE “Artificial Intelligence in Society” sottolinea che “gli Stati dovrebbero garantire l’accesso all’educazione digitale per tutti, riducendo così il divario di competenze”. Nel contesto europeo, l’Unione ha delineato una strategia chiara sull’IA nel documento “A European approach to AI”. Questo sottolinea la necessità di un’IA affidabile e sicura, rispettosa dei diritti fondamentali. L’Italia può trarre vantaggio da questa direzione europea, implementando politiche nazionali coerenti e collaborative.

In prospettiva, l’interazione tra IA e istituzioni richiede una governance attenta. Il rapporto “AI Now 2023: The Social and Economic Implications of AI in the Global South” mette in guardia contro il rischio di una governance debole, sottolineando l’importanza di una vigilanza etica e legale nell’adozione dell’IA.

Conclusioni

L’impatto dell’IA sulla società, nel mondo del lavoro e della formazione, emerge come una forza trainante nella trasformazione delle istituzioni. Vincoli e opportunità sono evidenti: i primi riguardano la necessità di gestire l’IA in modo etico e inclusivo, preservando accuratamente la tutela della privacy, mentre le seconde mirano al potenziamento dell’efficienza, all’ottimizzazione delle risorse ed a favorire l’innovazione. In questo contesto, l’adesione a una visione europea comune, l’implementazione di investimenti mirati, la ricerca collaborativa e la formazione specializzata possono costituire la chiave per superare le sfide e sfruttare appieno il potenziale dell’IA in modo etico e sostenibile.

Le prospettive per l’Italia nel contesto europeo restano dunque intriganti. La capacità di bilanciare tradizione e innovazione, di adottare l’IA in modo consapevole e inclusivo, può trasformare la sfida in un’opportunità per ridefinire il ruolo delle istituzioni nell’era digitale. Nei fatti, l’IA può essere uno strumento potente per potenziare la governance e migliorare la qualità dei servizi pubblici, qualora gestita con saggezza e responsabilità.

Guardando al futuro di un Italia in armonia con l’Europa, è importante si persegua un percorso bilanciato, affrontando le sfide con determinazione e abbracciando le opportunità con lungimiranza; occorre considerare l’IA non solo come una serie di algoritmi avanzati, ma come una forza che plasmerà la nostra società in modi ancora inimmaginabili. In questo contesto, la sfida è armonizzare il progresso tecnologico con valori etici e sociali, garantendo che l’IA sia valorizzata come strumento al servizio della società.

Come affermato dal Commissario europeo per l’economia e la società digitale, Mariya Gabriel, “l’Unione Europea ha l’opportunità di guidare il mondo nell’era dell’IA, garantendo che i suoi benefici siano condivisi da tutti i cittadini”.

Barbara Neri

Responsabile Settore Internazionalizzazione e Innovazione didattica all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Collabora con Enti e Associazioni professionali per l’innovazione dei processi e dei sistemi formativi, svolge attività di docenza e consulenza sui temi connessi alla gestione e sviluppo delle risorse umane e esercita il ruolo di esperto attitudinale per le selezioni del personale, interne ed esterne all’Ateneo.

E-mail: b.neri@unibo.it

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