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Utopia: modernizzare e integrare

 

Roma – Sintesi della seconda giornata del XXXIV Convegno Nazionale AIF – Scenari e Istituzioni

I lavori della seconda giornata del XXXIV Convegno Nazionale AIF sono stati aperti dal presidente Maurizio Milan, il quale riprendendo i temi trattati nella prima giornata ha sottolineato la necessità di continuare la riflessione sulla Formazione Utopistica e su come questa possa favorire l’inclusione e migliorare il rapporto tra le persone e la società.

“Mismatch sul lavoro da contrastare, è dovuto a sfasatura tra competenza e formazione”

La giornata inizia con i saluti istituzionali del presidente del CNEL Tiziano Treu il quale pone il focus sul mismatch tra domanda e offerta, tra competenze richieste e formazione acquisita.
La pandemia ci ha insegnato che le competenze digitali sono necessarie in tutte le attività sociali ed economiche.
Ma da un rapporto CNEL emerge che solamente il 42% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede le competenze digitali di base e solo il 22% possiede competenze digitali superiori a quelle di base.
La rivoluzione tecnologica e la transizione verde degli ultimi anni stanno cambiando il mondo del lavoro che oggi richiede una formazione mirata per acquisire le competenze necessarie.
Diventa quindi urgente adeguare i percorsi professionalizzanti per colmare il gap tra formazione e competenze e favorire il reskilling sia dei giovani che dei lavoratori adulti.
In tal ottica, bisogna investire parallelamente sia sull’orientamento nella scelta della scuola, sia promuovere attività più mirate di politiche attive.

 

“Dobbiamo abilitare una comunità del welfare”

I lavori proseguono con l’intervento del Direttore Generale dell’INPS Vincenzo Caridi che sottolinea l’importanza di informatizzare la Pubblica Amministrazione e semplificare i Servizi per i cittadini.
La direttrice che l’INPS sta seguendo e su cui sta investendo in questi anni è la personalizzazione, la proattività e la semplicità dei servizi che i cittadini devono utilizzare.
Digitalizzare i servizi significa renderli più prossimi agli utenti.
L’obiettivo è diventare alleati del cittadino e realizzare l’interoperabilità tra le diverse amministrazioni. In quest’ottica diverse le sinergie attivate con i Comuni, partner essenziali per progettare servizi digitali.
Quindi, per realizzare servizi sempre più inclusivi e utente-centrico è  fondamentale un lavoro coordinato e una co-progettazione dei servizi tra i vari attori coinvolti: solo così è possibile rispondere a 360° alle esigenze e alle aspettative delle persone.
In tal ottica, l’INPS grazie ai finanziamenti del PNRR sta lavorando al progetto “Welfare as a service”: una piattaforma digitale che mette a disposizione degli enti locali le banche dati, i servizi di intelligenza artificiale e di data analytics che INPS ha sviluppato in questi anni, al fine di programmare meglio le politiche di welfare.

 

La formazione e la complessità: l’esperienza della Banca d’Italia

Terzo intervento della giornata è quello di Maria Dolores Di Baia, Responsabile della Scuola di Formazione in Banca d’Italia che racconta di come si è evoluta la formazione in Banca d’Italia per rispondere alla complessità del lavoro.
La Banca d’Italia ha una attività molto complessa: fa ricerca economica, fabbrica banconote, ha una funzione di vigilanza verso le altre banche e gli intermediari finanziari, gestisce il sistema dei pagamenti, svolge funzioni aziendali a supporto.
Non è semplice comprendere di cosa hanno bisogno tutte le funzioni ma è fondamentale agire per tempo.
Da una formazione top down di tipo amministrativo, con contenuti specialistici, nel 2009 si è passati ad una formazione bottom up che mette le persone al centro del processo.
Questo tipo di formazione prevede la rilevazione dei bisogni e la programmazione annuale, un ampliamento delle persone coinvolte nella formazione e un arricchimento dei contenuti, tra cui change management e competenze relazionali.
Verso la fine degli anni venti ci sono nuove sfide da affrontare: i percorsi di carriera diventano meno prevedibili, aumenta la mobilità, nascono nuovi mestieri, cresce la diversità generazionale. Quindi diventa necessario orientare le persone.
Nasce così l’Academy (2021) che promuove percorsi di sviluppo professionale. Cambiano i processi, aumenta il numero di interlocutori e i formatori diventano anche progettisti della formazione. Si procede alla mappatura delle competenze e vengono utilizzati nuovi strumenti tecnologici come la piattaforma LMS anytime-anywhere.
In conclusione, per rispondere alla complessità è necessaria l’agilità.

 

“Bisogna educare e formare all’imprevedibilità”

Chiude la mattinata il professor Piero Dominici che evidenzia l’urgenza di costruire, fin dai primi anni di scuola, una cultura dell’errore.
La complessità è una caratteristica connaturata all’essere umano eppure continuiamo a separare i saperi, le esperienze, i vissuti cercando di comprendere la realtà secondo logiche e modelli che ne riducono la ricchezza e l’imprevedibilità.
Proviamo continuamente a semplificare la realtà, traducendo tutto ciò che è qualitativo in quantitativo.
Nel tentativo di abitare la civiltà ipertecnologica e iperconnessa, viviamo l’illusione della razionalità, di poter controllare l’imprevedibilità ed eliminare l’errore, marginalizzando in questo modo lo spazio dell’Umano e della responsabilità.
Occorre invece lavorare per “ricomporre la frattura tra l’Umano e il tecnologico”.
L’ipercomplessità ci chiede di ripensare non solo i processi educativi e formativi, ma anche le logiche e le culture organizzative, provando a costruire una “cultura dell’errore e dell’imprevedibilità”.
Abitare l’ipercomplessità significa educare all’empatia e alla comunicazione, formare ad un pensiero critico, ma soprattutto significa “rimettere al centro la Persona” e assumere oltre ad una visione sistemica anche un approccio interdisciplinare, multidisciplinare, transdisciplinare.

 

Co-creazione, imprevedibilità e cambiamento

E’ stata una mattinata ricca di stimoli e spunti di riflessione. Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente e in questo la rivoluzione tecnologica ha dato una grande accelerata.
Le tecnologie sono sempre più strategiche: supportano l’essere umano nelle varie azioni e lo aiutano a trasformare i propri limiti in opportunità.
Tuttavia, affinché il digitale sia davvero uno strumento che facilita la comunicazione e l’uguaglianza è necessario che i cittadini siano formati e informati, educati al pensiero critico e alla responsabilità.
E’ importante riconoscere la valenza strategica delle emozioni, i limiti, le inadeguatezze e la vulnerabilità dell’essere umano, abbandonare il certo per l’incerto: solo così potremo essere veramente liberi da schemi e modelli.
Diventa necessario ripensare la scuola, promuovere l’orientamento alla scelta e motivare all’apprendimento.
In questa direzione, la formazione utopistica può supportare le generazioni future nella co-creazione e sperimentazione di ambienti di apprendimento stimolanti che favoriscano il confronto, la condivisione e il benessere individuale.

 

Emilia Filosa

Vice – presidente Delegazione AIF Lazio

Psicologa/Psicoterapeuta – Consulente di Orientamento – Formatrice 

E-mail: psicofil74@gmail.com

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