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In questo numero: settembre 2022

 

Learning News settembre 2022…e la storia di Petitta 

In “Le leve di sviluppo dei followers”, Paolo Macchioni esamina gli interventi che i leaders possono realizzare per supportare la crescita dei propri followers, trovando leve utili per favorire il loro sviluppo.

È in omaggio a Linda Salerno che ripubblichiamo il suo “Dee e donne, luci ed ombre. Dalla mitopsicologia ai tempi nostri” in cui prende a modello due dee, Hera e Artemide, per tracciare il profilo di due figure di donne ancora oggi presenti e ben riconoscibili.
Linda ha deciso di interrompere, dopo tanti anni, la sua avventura con la redazione della rivista. Una colonna portante storica di Learning News, che si è sempre distinta, oltre che per le sue grandi competenze, per la capacità di scovare e condividere conoscenze dagli ambiti più svariati. Una donna con la D maiuscola, che ci ha onorato con la sua delicatezza e visione, sempre attenta e precisa nel districare la complessità. Grazie Linda! 

È un’esperienza personale in cui viene sperimentato il passaggio “Dall’intelligenza emotiva all’intelligenza affettiva” quella di Sonia Careddu, che condivide la sua prima esperienza di formazione di un gruppo di adolescenti in cui, probabilmente, molti/e di noi possono riconoscersi.

Federica Pediconi e Claudio Sorgi raccontano uno dei progetti vincitori nella sezione Reti e sistemi formativi dell’ultimo Premio Basile in “La formazione continua in sanità e l’e-learning: la dimensione motivazionale, corporea, emotiva nell’esperienza dell’Academy Marche“.

Uno dei primi premi assegnati nell’ambito della VII Edizione del Premio Eccellenza Formazione AIF è descritto in “Il valore della formazione innovativa”. Silvia Pochettino racconta la Webserie formativa che narra le vicissitudini di un condominio alle prese con le routine ibride generate dallo Smartworking, con estrema attenzione ai valori di Inclusion e Diversity.

La storia di Petitta

La storia di Petitta è un racconto tratto da una raccolta di fiabe e favole mazaresi ascoltate, trascritte, elaborate e tradotte dalla collega e amica Antonella Marascia.
L’ho trovato particolarmente significativo perchè, come molte delle storielle raccontate dai nonni, riesce a parlarci delle radici culturali di un territorio, in questo caso la Sicilia, oltre che a descrivere in maniera simbolica alcuni passaggi importanti che caratterizzano la nostra vita, come quello dall’adolescenza ribelle ad una giovinezza più matura.

C’era una volta e c’era… una madre che aveva una figlia, che si chiamava Petitta. Petitta era buona e cara, ma non aveva voglia di lavorare. Sua madre, poverina, poteva fare tutto da sola? Ogni tanto le diceva:
“Petitta, spazza il pavimento…”

E Petitta le rispondeva:
“Non posso, no!”

“Petitta, lava i piatti…”
“Non posso, no!”

“Petitta, stendi i panni…”
“Non posso, no!”

Era una pigrona di prima categoria. Una mattina sua madre, che era tanto stanca e piena di acciacchi, le disse:
“Petitta, scopa la casa…”

E Petitta, al solito:
“Non posso, no!”

“Ah, si! – le disse sua madre – Ora ci penso io!”

C‘era un bastone appoggiato al muro e la madre disse al bastone (ché a quei tempi le cose parlavano e capivano):
“Bastone, picchia Petitta, che non vuole scopare la casa!”

Il bastone, a furia di sentire Petitta, aveva imparato la lezione, per cui le rispose:
“Non posso, no!”

“Bene, bene, ora vi faccio vedere!”

E la madre chiamò il fuoco del focolare:
“Fuoco, brucia il bastone, che non vuole picchiare Petitta, che non vuole scopare la casa!”

 Ma il fuoco, che si credeva furbo, rispose:
“Non posso, no!”

La madre di Petitta aveva i nevi arrivati al campanile di San Francesco. Vide una bacinella piena d’acqua e la chiamò:
“Acqua, spegni il fuoco, che non vuole bruciare il bastone, che non vuole picchiare Petitta, che non vuole scopare la casa!”

“Non posso, no!” – le rispose l’acqua, fresca e tenera come una rosa.

La madre uscì nel cortile gridando e chiamò l’asinello:
“Ehi, asino! Bevi quest’acqua, che non vuole spegnere il fuoco, che non vuole bruciare il bastone, che non vuole picchiare Petitta, che non vuole scopare la casa!”

L’asinello la guardò:
“Non posso, no!” – le disse, e si girò dall’altro lato.

Intanto passava un topolino e la madre lo chiamò:
“Sorcio, mordi l’asino, che non vuole bere l’acqua, che non vuole spegnere il fuoco, che non vuole bruciare il bastone, che non vuole picchiare Petitta, che non vuole scopare la casa!”
“Non posso, no!” – rispose il topolino e andò a sdraiarsi a pancia all’aria.

La madre non sapeva più come fare e si sentiva perduta in mezzo a tutti quei fannulloni. Prende e vede un gatto sopra i canali, magro scheletrito, che non mangiava da almeno tre giorni.

“Ehi, gatto! – lo chiamò –  “Mangiati questo sorcio, che non vuole mordere l’asino, che non vuole bere l’acqua, che non vuole spegnere il fuoco, che non vuole bruciare il bastone, che non vuole picchiare Petitta, che non vuole scopare la casa!”

Il gatto, come udì quelle parole, scese dal tetto e senza neanche dire “miao!” corse ad acchiappare il topolino.

Il topo, come vide quel gattaccio coi baffi dritti, corse a mordere l’asino.

L’asinello, al vedersi addosso quel topino infuriato, corse a bere l’acqua.

L’acqua si spaventò e corse a spegnere il fuoco.

Il fuoco si vide perduto e corse a bruciare il bastone.

Il bastone, come vide il fuoco, corse a picchiare Petitta…

… Petitta, quando capì che il bastone non scherzava, prese la scopa e spazzò tutta la casa…

E così Petitta smise di essere una fannullona e diventò una ragazzina pulita e sistemata, che sua madre poteva vantarsene.

 

 

 

 

 

 


Matteo Zocca

Coordinatore editoriale di Learning News. Formatore e consulente allo sviluppo individuale ed organizzativo. Si dedica allo studio e all’applicazione delle metodologie esperienziali, con una passione particolare per le nuove tecnologie.    

E-mail: aiflearningnews@gmail.com

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